Il welfare aziendale è sempre più diffuso tra le imprese italiane. Da uno studio Domina, realizzato in collaborazione con Fondazione Leone Moressa, emerge che nei servizi offerti ai lavoratori comincia a rientrare anche la gestione della non autosufficienza e dell’infanzia. In un Paese in cui la popolazione invecchia di anno in anno, un maggior utilizzo di questi servizi è prezioso per sostenere la genitorialità e il lavoro di cura delle famiglie.
Non si tratta solo di servizi e denaro, ma anche di tempo e flessibilità lavorativa. Il Coronavirus ha incentivato infatti lo smart working: i lavoratori a distanza nel 2° trimestre 2020 sono stati 4 milioni, ovvero il 19,4% degli occupati, mentre nel 2° trimestre 2019 erano solo il 4,6%.
I VANTGGI DEL WELFARE AZIENDALE
Il welfare aziendale ha effetti positivi su tutti i soggetti coinvolti: l’imprenditore deduce i costi e il lavoratore ottiene servizi che esulano dal reddito di lavoro e possono essere estesi ai familiari. Persino il territorio ne beneficia: i fornitori possono essere selezionati tra aziende locali, portando guadagni concreti anche a queste realtà.
PIANI DI WELFARE SEMPRE PIÙ DIFFUSI E ACCESSIBILI A TUTTE LE AZIENDE
Secondo il Ministero del Lavoro, gli accordi di secondo livello (aziendali o territoriali) che prevedono forme di welfare aziendale erano il 28,7% a giugno 2017, arrivando al 57% a marzo 2021. Nonostante la pandemia abbia portato un calo generale dei contratti attivi, gli accordi che prevedono forme di welfare aziendale hanno continuato a crescere, grazie anche agli incentivi previsti nel 2020.
Dei 8.491 contratti attivi, 6.671 si propongono di raggiungere obiettivi di produttività, 5.137 di redditività, 4.006 di qualità. 1.002 accordi prevedono un piano di partecipazione e 4.835 prevedono misure di welfare aziendale. Prendendo in considerazione la distribuzione geografica per sede legale delle aziende che hanno depositato le 61.110 dichiarazioni, notiamo che il 77% è concentrato al Nord, il 17% al Centro e il 6% al Sud.
Un’analisi per settore di attività economica evidenzia come il 58% delle dichiarazioni si riferisca ai Servizi, il 41% all’Industria e il 1% all’Agricoltura.
Per quanto riguarda invece la dimensione aziendale osserviamo che il 52% ha un numero di dipendenti inferiore a 50, il 33% ha un numero di dipendenti maggiore uguale di 100 e il 15% ha un numero di dipendenti compreso fra 50 e 99.
ASSISTENZA ED EDUCAZIONE
Confindustria conferma la diffusione del welfare aziendale, che interessa il 57,6% delle imprese associate. Sempre secondo Confindustria, le aziende che erogano assistenza a familiari anziani o non autosufficienti sono quasi il 3% e quelle che offrono servizi di educazione sono il 6%. Questi interventi migliorano la gestione del lavoro di cura e assistenza delle famiglie italiane, soprattutto in un Paese dove la popolazione continua ad invecchiare: nel 2040 le persone con almeno 80 anni saranno oltre 6 milioni, il 10% della popolazione. Con il crescere dell’età media, le famiglie italiane dovranno fare i conti con i costi dell’assistenza in termini economici e di tempo. Grazie anche ai meccanismi di detassazione, il welfare aziendale offre ai datori di lavoro l’opportunità di aiutare i dipendenti fornendo benefit sempre più utili.
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